Il governo verso la decisione di non rinnovare due misure che si sono rivelate fondamentali nella lotta al Covid: l’uso delle mascherine nelle strutture sanitarie e la vaccinazione del personale sanitario.
[AGGIORNAMENTO – 01/11/2022: Con un’ordinanza in materia di contenimento e gestione dell’epidemia da Covid-19 concernenti l’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie, il Ministero della Salute ha prorogato fino al 31 dicembre l’obbligo dell’uso delle mascherine da parte dei lavoratori, degli utenti e dei visitatori delle strutture sanitarie ed RSA]
“Populismo sanitario”, lo definisce Claudio Tito nel suo commento su Repubblica. Tra i primi provvedimenti del nuovo governo ci sarebbe quello di cancellare “con un colpo di spugna tutto quanto è stato fatto sul Covid”. Mettendo a rischio la salute e la vita dei più fragili: dal primo novembre decade infatti l’obbligo di indossare la mascherina FFP2 nelle strutture sanitarie e nelle RSA. Molti medici ritengono invece che tale misura andrebbe mantenuta a prescindere dal Covid, proprio per proteggere i soggetti più vulnerabili dalle malattie portate da fuori.
Ma l’impostazione del governo sembra un’altra. Nel suo discorso alla Camera, Meloni ha affermato che “la scienza non è religione”, dando in qualche modo voce e legittimazione al punto di vista di chi ha contestato e contesta tutt’ora le misure anti-pandemiche sulla base di tesi controverse (in molti casi apertamente fantasiose e illogiche).
Inoltre, nei suoi interventi alla Camera e al Senato, Meloni non ha fatto alcun riferimento al vaccino, lo strumento che ci ha permesso di limitare i danni di una malattia che altrimenti avrebbe potuto presentare un conto assai più salato. Secondo Tito, “È un cedimento culturale ai movimenti ‘No Vax’ e ‘No GreenPass’ che in larga parte si sono schierati con Fratelli d’Italia e con la Lega.”
In quest’ottica si spiegherebbe anche la volontà di istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza pandemica, impostata però come una sorta di ‘tribunale speciale’ che avrebbe già un colpevole, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza. Verrebbe data meno attenzione ad altre eventuali responsabilità, come ad esempio quelle relative al mancato aggiornamento dei piani di emergenza, aggiornamento di competenza delle Regioni; secondo molti analisti, se le strutture sanitarie si sono trovate impreparate ad affrontare la pandemia (ricordiamo bene l’assoluta carenza dei dispositivi di protezione individuale, dalle mascherine ai camici e ai guanti monouso), ciò è stato dovuto anche alla mancata revisione di questi piani.
Dunque si preparerebbe un ‘liberi tutti’ che non riguarderebbe solo le mascherine negli ospedali e nelle RSA, ma anche l’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari che al momento è previsto fino al 31 dicembre. Vista l’aria che tira, e considerato che i procedimenti difficilmente si concluderebbero entro l’anno in corso, gli Ordini e le Asl hanno sospeso l’inizio di nuove procedure di sospensione contro il personale che non si adegua. Insomma, si dà per scontato che l’obbligo di vaccinazione non verrà prorogato.
In una nota diffusa dal ministero della Salute si legge che, a causa della carenza di personale sanitario, è in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro dei medici sospesi prima dei termini. Si tratta di circa 4mila operatori che potrebbero presto tornare a lavorare.
Sulla stessa linea, sarebbe allo studio una norma per sospendere o addirittura cancellare le multe emesse agli over 50 che non hanno concluso il primo ciclo vaccinale entro il 15 giugno scorso. A oggi sono stati notificati 1,3 milioni di atti e altri 600mila sono in procinto di partire.
Se l’ex ministro Speranza continua a essere oggetto di critiche, non si può dire che la posizione del suo successore, il medico Orazio Schillaci, sia comodissima. Se da una parte l’ex rettore dell’Università di Roma Tor Vergata (ed ex membro del comitato scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, nominato proprio da Speranza) ha dichiarato che “Oggi la malattia è completamente diversa da quella che era una volta e quindi stiamo vedendo di fare in modo che si possa essere il ritorno a una maggiore liberalizzazione”, dall’altra il neo-ministro non è stato così categorico riguardo all’uso delle mascherine nelle strutture sanitarie: “Adesso vediamo, stiamo lavorando e riflettendo, sempre nel rispetto dei pazienti”. Circola l’ipotesi di mantenere l’obbligo almeno per i reparti più a rischio, posizione assolutamente condivisa nel settore sanitario, ma la maggioranza sembra determinata a imprimere un segno di discontinuità rispetto al passato. Col pericolo, come sottolinea Tito nel suo articolo, di barattare “uno slogan elettorale con la vita delle persone. Il tutto autorizzato da una sorta di posticcio paravento ideologico della libertà”.
Ma il Covid è davvero sconfitto? Di sicuro, come affermato da Schillaci, il virus è meno letale: Omicron e le sue varianti hanno una severità ridotta a un decimo rispetto alla Delta, la forma che provocava le conseguenze più gravi. Tuttavia, Omicron presenta un indice di replicazione pari a 20, mentre i primi ceppi erano fermi a 3, e la nuova variante attesa per l’inverno, soprannominata Cerberus, potrebbe mantenere la stessa contagiosità, diventando predominante in Europa tra fine novembre e inizio dicembre.
Più il virus si diffonde, più è probabile che raggiunga le persone a rischio, tra le quali si trovano i soggetti anziani e quelli con patologie, ma anche chi non è vaccinato. Secondo la Federazione Italiana delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere, attualmente un terzo dei ricoverati in terapia intensiva non ha ricevuto neanche una dose, mentre nella maggioranza degli altri casi ci troviamo in presenza di un ciclo incompleto od ormai datato.
Nei prossimi mesi potremmo inoltre avere a che fare con una ‘sinergia’ tra Covid e influenza. Secondo Carlo La Vecchia, epidemiologo dell’università di Milano, bisognerebbe vaccinarsi non soltanto contro il primo, ma anche contro la seconda. “Sono di fatto tre anni che non abbiamo una circolazione influenzale importante, e durante il suo inverno l’Australia ha visto un’epidemia abbastanza sostenuta. È possibile che lo stesso accada presto anche durante il nostro, di inverno. Grazie ai vaccini, negli ultimi 50 anni, la mortalità dell’influenza è calata di 10 volte. È opportuno ricorrere a questa protezione in questo momento”.
Sul tema è intervenuto anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nell’ambito della cerimonia al Quirinale per la manifestazione ‘I Giorni della Ricerca’. “Dopo oltre due anni e mezzo di pandemia non possiamo ancora proclamare la vittoria finale sul Covid-19”, ha dichiarato. “Dobbiamo ancora far uso di responsabilità e precauzione. La Sanità pubblica ha il compito di mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili, dei più anziani, di coloro che soffrono per patologie pregresse. Tuttavia sentiamo che il periodo più drammatico è alle nostre spalle. La scienza è stata decisiva”.