Trionfo di Meloni, le reazioni internazionali

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Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Allarme (degli europeisti) o esaltazione (dei sovranisti): sembrano esserci poche vie di mezzo nelle reazioni alla vittoria della coalizione di centrodestra alle elezioni politiche italiane (che registrano l’affluenza più bassa di sempre: 63,95%).

Come predetto dalla maggioranza dei sondaggi, la vincitrice assoluta di domenica è Giorgia Meloni. La 45enne romana, fondatrice e presidente di Fratelli d’Italia, ha guidato la coalizione di centrodestra al successo, imponendosi sui propri alleati con percentuali schiaccianti: a spoglio quasi concluso, FdI ha ottenuto il 26,1% dei consensi, la Lega l’8,9%, Fi l’8,3%. Mentre il partito di Silvio Berlusconi è andato meglio delle aspettative e può in qualche modo ritenersi soddisfatto, risulta invece clamoroso il crollo della Lega. Proprio questa disfatta potrebbe creare i primi problemi per Meloni nella formazione del nuovo governo: come gestire le pretese di Matteo Salvini, che non ha mai nascosto di aspirare a una posizione importante (ad esempio tornano al Viminale)? Questo e altri nodi andranno necessariamente sciolti nelle prossime settimane: il nuovo Parlamento dovrà riunirsi entro il 15 ottobre e subito dopo cominceranno le consultazioni di Mattarella.

Nel frattempo sono arrivate le reazioni dei media e delle personalità internazionali. Il quotidiano francese Le Monde non esita a parlare di postfascismo, titolando: “Elezioni in Italia, una vittoria storica per Giorgia Meloni e l’estrema destra. L’alleanza di destra guidata dal partito postfascista Fratelli d’Italia ottiene, con più del 44% dei voti, una maggioranza chiara e netta, tanto alla Camera dei Deputati che al Senato”.

La Cnn, uno dei principali network statunitensi, commenta con toni simili: “Giorgia Meloni si appresta a diventare il premier italiano più a destra da Mussolini”. La linea ufficiale degli Usa è comunque quella di collaborare con chiunque abbia vinto le elezioni, soprattutto dopo le recenti minacce di Putin. Dato che i voti dei parlamentari filo putiniani saranno decisivi per la formazione del governo, sono stati sollevati dei dubbi sulla sincerità delle dichiarazioni atlantiste che Meloni ha rilasciato nelle settimane precedenti al voto. La coesione dell’Unione europea potrebbe essere dunque a rischio in un momento estremamente delicato: in questi giorni si stanno svolgendo i referendum per l’annessione delle regioni del Donbass occupate dai militari russi e, a procedure concluse, qualsiasi attacco da parte ucraina verrebbe interpretato come un’aggressione alla Russia stessa. Putin è stato chiaro sulle conseguenze, evocando persino l’utilizzo delle armi nucleari.

Anche Mosca, tuttavia, ha espresso cautela nell’approccio al nuovo governo. Andrej Klimov, vicepresidente della Commissione Esteri del Consiglio della Federazione, ha dichiarato che a suo avviso “poco dipende da Roma nell’Unione europea e ancor meno nella Nato”: insomma, nell’economia dei rapporti internazionali l’Italia avrebbe un peso marginale. Sempre secondo Klimov, “molti politici italiani dicono una cosa oggi e un’altra domani. Quando gli fa comodo, sembrano essere per Mosca, ma due giorni dopo, viceversa”. Il riferimento alla poca coerenza potrebbe riguardare proprio Giorgia Meloni, che a lungo ha sposato tesi euroscettiche, salvo mostrarsi sorprendentemente europeista e atlantista a ridosso del voto, sostenendo pure l’aiuto militare a Kyiv e le sanzioni internazionali alla Russia.

Gli esponenti più filorussi della coalizione, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, stando ai risultati delle urne, potrebbero non avere una forza tale per determinare un cambiamento nella posizione italiana. Allo stesso modo, da parte russa, è valutato Giuseppe Conte: Mosca ha apprezzato le sue critiche alla fornitura di armi all’Ucraina, ma non ritiene che dall’opposizione possa avere una qualche influenza sull’allineamento dell’Italia con l’Europa e la Nato. La complicata situazione economica italiana, le divergenze che potrebbero nascere all’interno della coalizione vincitrice e il tono che Meloni ha annunciato di voler assumere nei confronti delle istituzioni europee (“l’Italia comincerà a difendere i suoi interessi nazionali”) rappresentano, nelle dichiarazioni rilasciate da alcune personalità russe, la speranza più concreta per disunire il fronte anti-Mosca.

Per tornare in Europa, e precisamente in Germania, Katarina Barley dell’SPD (Partito Socialdemocratico), vicepresidente del Parlamento europeo, ha dichiarato al quotidiano tedesco Die Welt: “Giorgia Meloni sarà un primo ministro i cui modelli politici sono Victor Orbán e Donald Trump. La vittoria elettorale dell’alleanza dei partiti di centrodestra in Italia è quindi preoccupante. L’esercizio verbale tattico elettorale a favore dell’Europa di Meloni non può nascondere il fatto che rappresenta una minaccia per una cooperazione costruttiva con l’Ue”. Con Meloni, ha aggiunto, gli autocrati avrebbero “un lobbista in Consiglio, cioè la rappresentanza dei 27 Stati membri dell’Ue, capace di scardinare le opere dell’Unione”.

Anche Rasmus Andresen, portavoce dei Verdi tedeschi presso il Parlamento Ue, ha espresso il timore che “l’inedita scivolata italiana a destra” possa avere effetti negativi sull’Europa e sull’Unione europea. A suo avviso, “L’Italia, membro fondatore e terza economia dell’Ue, si sta dirigendo verso un governo antidemocratico e antieuropeo”.

“Il populismo finisce sempre in un disastro”, è l’opinione del ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albarès. “È un momento di incertezza e nei momenti di incertezza, i populismi acquistano sempre importanza e finiscono sempre allo stesso modo: in catastrofe”. Questo perché “la loro risposta è sempre la stessa: chiudiamoci in noi stessi e torniamo al passato”.

A complimentarsi invece con la vittoria del centrodestra, e in particolare con Giorgia Meloni, è stata la cosiddetta alleanza di Visegrad, formata dai paesi a indirizzo sovranista Polonia e Ungheria. Il leader ungherese Victor Orbán ha dichiarato: “Vittoria meritata. In questi tempi difficili, abbiamo più che mai bisogno di amici che condividano una visione e un approccio comuni alle sfide dell’Europa”, mentre il premier polacco Mateusz Morawiecki si è congratulato con Meloni già poche ore dopo la chiusura delle urne, quando il risultato era ormai chiaro. Plausi sono arrivati anche da Santiago Abascal, leader del partito di estrema destra spagnolo Vox, con il quale Fratelli d’Italia condivide profondi legami. Abascal ha dichiarato che il risultato di Meloni “indica un cammino verso un’Europa fiera, libera e sovrana”. Sullo stesso tono il leader del Rassemblement National francese, Jordan Bardella, pupillo di Marine Le Pen. Secondo Bardella, il voto in Italia sarebbe da interpretare come “una lezione scoraggiante” per la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, e auspica che i popoli europei “alzino la testa e riprendano in mano il proprio destino”.