Roma brucia

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Rogo di Centocelle, Roma - Fonte Vigili del Fuoco
Rogo di Centocelle, Roma - Fonte Vigili del Fuoco

Mentre dalle carcasse delle auto distrutte dall’incendio di Centocelle si sprigionano ancora fumi tossici, la magistratura ha avviato un’indagine per accertare le cause del rogo.

Nel pomeriggio di sabato 9 luglio, una nube nera alta decine di metri e visibile da tutta la città, anche dal litorale, si è sollevata dal quartiere di Centocelle, zona est di Roma, coinvolgendo una vasta area occupata da autodemolitori. Il rogo è avanzato rapidamente a causa delle temperature torride delle ultime settimane e del forte vento, riuscendo a oltrepassare un’arteria stradale molto larga come viale Palmiro Togliatti (quattro corsie), e minacciando alcuni palazzi che sono stati evacuati. Tre ‘sfasciacarrozze’ e parte del parco di Centocelle sono andati distrutti, con ingenti danni economici e il rilascio nell’aria di enormi quantità di sostanze velenose come la diossina (10,6 pg/metro cubo rispetto alla soglia dello 0,3 – dati ARPA). Al momento la procura di Roma ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato, ma sono concrete le possibilità che possa trattarsi di un incendio di origine dolosa.

“È prematuro trarre conclusioni, per questo attendiamo l’esito delle indagini”, ha dichiarato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. “Quel che è certo è che la sequenza degli incendi delle ultime settimane è senza precedenti, e che nella maggior parte dei casi dietro c’è la mano dell’uomo, per colpa o per dolo, com’è già stato accertato in qualche caso. Se poi risultasse che gli incendi più gravi come quelli di Malagrotta o di Centocelle fossero di origine dolosa sarebbe gravissimo.”

Gualtieri ha aggiunto: “Sapevo benissimo che quella dei rifiuti sarebbe stata una delle sfide più impegnative, ma sono assolutamente determinato ad andare avanti senza farmi intimidire. Roma avrà il termovalorizzatore e gli altri impianti nei tempi previsti, smetterà di dilapidare risorse per mandare i propri rifiuti in giro per l’Italia e per l’Europa, e diventerà finalmente pulita come merita. Resterà solo il brutto ricordo di una stagione in cui una politica troppo debole non ha saputo prendere le decisioni necessarie per uscire dalla palude.”

Il nodo sembrerebbe proprio la nuova gestione dei rifiuti tracciata dall’amministrazione capitolina. Gli impianti che verranno realizzati, due biodigestori, alcuni siti di trattamento della carta e della plastica e il termovalorizzatore oggetto di aspre polemiche, saranno di proprietà pubblica e gestiti da Ama, la municipalizzata dei rifiuti. Un duro colpo per le imprese private che attualmente lavorano nel settore e che hanno tratto e continuano a trarre importanti guadagni dall’inefficienza con la quale, per anni, viene governato il sistema dei rifiuti romano.

Intanto sembra sempre più concreta la pista della mano umana. Secondo alcune anticipazioni trapelate dalla procura, il rogo degli ‘sfasciacarrozze’ di Centocelle sembrerebbe partito dall’ex campo rom ormai sgomberato del Casilino 900. In quest’area ancora da bonificare che ignoti hanno trasformato in un centro abusivo di smaltimento di rifiuti, sarebbero stati trovati alcuni inneschi utilizzati per far scoppiare l’incendio.

Le indagini della Polizia Scientifica e degli esperti dei Vigili del Fuoco proseguono per verificare l’attendibilità anche di altre ricostruzioni. Alcuni volontari del parco hanno infatti visto il fumo sprigionarsi inizialmente dalla zona archeologica e solo successivamente hanno visto una seconda colonna alzarsi dai siti degli autodemolitori. Altre testimonianze accreditano l’ipotesi che il rogo sarebbe divampato nelle vicinanze della cittadella militare sede di un Comando Operativo della Difesa e che da lì si sarebbe propagato agli accampamenti di senzatetto adiacenti a viale Togliatti dove si trovano gli sfasciacarrozze. Anche l’ipotesi che le fiamme siano partite accidentalmente proprio da questi accampamenti, come accaduto per il Ponte dell’Industria dell’Ostiense, è sul tavolo degli inquirenti.

Una certezza è rappresentata dal fatto che, negli ultimi anni, gli incendi che hanno riguardato gli autodemolitori e le discariche sono stati numerosi, così numerosi da destare la convinzione che non fossero di natura accidentale. Secondo i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, dietro questi episodi si nasconderebbe infatti la mano della criminalità organizzata: nel 2017 ha preso l’avvio un’indagine, non ancora conclusa, dopo una sequenza di roghi in autorimesse in zona Appia Nuova, Magliana, Pietralata e, come nella giornata di sabato, Centocelle.

In questo inizio di estate torrido (a Roma non si erano mai registrate temperature così alte per il periodo), la città è nuovamente alle prese con l’emergenza rifiuti. L’incendio che nelle settimane scorse ha interessato l’impianto Tmb di Malagrotta ha spinto l’amministrazione a riattivare quello di Guidonia e a riaprire la discarica di Albano. Il tutto in attesa della realizzazione delle nuove strutture che dovrebbero dare una svolta alla questione. Un altro segnale di novità è il ritorno al lavoro di oltre trecento operatori Ama che erano in malattia: il Campidoglio ha infatti disposto il potenziamento delle visite fiscali, che a maggio sono state il doppio dell’anno precedente. Un’ulteriore prova del nuovo corso che (si spera) porterà alla risoluzione del problema dei rifiuti, diventato insostenibile sia sotto il profilo dell’igiene pubblica, sia della vivibilità e dell’immagine della città.