Dostoevskij economista

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Dostoevskij
Dostoevskij

Delitto e castigo (1866), uno dei capolavori di Dostoevskij, è noto soprattutto per i temi morali ed esistenziali che l’autore vi espone analizzando con insuperabile maestria l’animo dei suoi personaggi. Ma molte altre idee sono contenute in questo libro, anche di carattere economico, come illustrato da questo passaggio in cui Pëtr Petrovič, un uomo arrogante e meschino, prova a giustificare un certo modo di fare affari accentratore e individualista. Una teoria basata totalmente sull’interesse personale che non ha mai smesso di essere attuale, e che il personaggio definisce addirittura “verità economica”:

“Ne convenga […] che c’è sviluppo, o, come si dice adesso, progresso, se non altro nel nome della scienza e della verità economica… […] Se, per esempio, finora mi hanno detto: «ama il prossimo tuo», e io lo amavo, che cosa ne derivava? – continuava Pëtr Petrovič, forse con eccessiva precipitazione. – Ne derivava che io tagliavo in due il mio mantello, lo dividevo col mio prossimo, ed entrambi restavamo mezzo nudi, secondo il proverbio russo: «Se insegui diverse lepri insieme, non ne raggiungerai neanche una». La scienza invece dice: ama, innanzitutto, solo te stesso, giacché tutto al mondo è basato sull’interesse personale. Se amerai solo te stesso, allora sistemerai a dovere anche i tuoi affari, e il tuo mantello resterà intero. E la verità economica aggiunge che quanti più affari privati ben organizzati e, per così dire, quanti più mantelli interi ci sono nella società, tanto più solide sono le sue basi e tanto meglio vi si organizza anche il bene comune. Dunque, proprio acquisendo unicamente ed esclusivamente per me stesso, io acquisisco anche per tutti e faccio sì che il prossimo riceva un po’ più di un mantello strappato, e non già per la generosità privata dei singoli, ma in conseguenza del successo collettivo.”